La nostra Presidente Tiziana Colluto ha rappresentato Casa delle Agriculture nell'evento tenutosi ieri, martedì 21 maggio, a Lecce, in occasione della terza edizione della "Borsa della responsabilità sociale, ambientale ed economica", dal titolo "Decliniamo la sostenibilità", organizzato da Fondazione di Comunità del Salento.
Qui per leggere il suo intervento.
Per comprendere il senso profondo di ciò che fa Casa delle Agriculture, occorre declinare la parola "sostenibilità" sotto più profili. Non è sufficiente parlare di "sostenibilità ambientale". Papa Francesco ha indicato la strada, con lucidità, anche per chi non è credente: serve un approccio integrato, che sappia ristabilire le connessioni che esistono tra questione ambientale, giustizia sociale, economia e cultura. Solo in questo modo riusciremo a fare scelte responsabili a tutela del bene comune e a coniare una nuova etica della responsabilità, che dovrebbe coinvolgere tutti: enti pubblici, imprese, terzo settore, agenzie educative. Cosa sta accadendo, invece, ora? La "sostenibilità" è diventata una parola senza contenuto, una foglia di fico, se non un modo per piegare i valori dell'ecologia alle logiche della finanza. Ecco perché la responsabilità sociale - non solo quella delle aziende ma anche quella delle istituzioni, della scuola e delle associazioni - è spesso ridotta a pure azioni di marketing. Sta accadendo anche nel qui ed ora di questo territorio, per non andare troppo lontani: il Salento ha bisogno di ossigeno e di riplasmare il suo paesaggio e sono spuntate associazioni, fondazioni e aziende per piantare alberi. Una cosa bella e utile, vien da dire, e anche di tendenza. Ma ci siamo chiesti come lo fanno? Da dove provengono i soldi per finanziare queste azioni? E lo sappiamo che, arrivando dalle grandi multinazionali dell'energia fossile attraverso i crediti carbonio, non fanno altro che perpetuare un sistema che di sostenibilità reale non ha nulla? Può essere tutto legittimo, ma non tutto è etico. "Non è tutto verde ciò che luccica", dice Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Il mio invito è a non porci sullo stesso piano, a saper distinguere le esperienze davvero virtuose e sudate da quelle che riducono le azioni di tutela ambientale sotto l'alveo di operazioni di finanza e industriali. Bisogna prendersi la responsabilità - e anche la libertà - di dire con chiarezza queste cose ai cittadini, perché il greenwashing è pubblicità ingannevole: tu non stai piantando un albero, tu stai alimentando un sistema che dà ai grandi gruppi la patente per continuare a inquinare, un sistema che soggioga ai loro soldi l'intervento necessario per dare risposte alle urgenze del cambiamento climatico, un sistema che assolve anche le istituzioni pubbliche e i cittadini che non fanno perché tanto qualcun altro provvede al posto loro. E come lo abbiamo capito. Costruire percorsi più profondi, invece, costa molta più fatica. Ma la sostenibilità sta anche in questo. Sostenibilità vuol dire "durabilità" nel tempo, non solo dei prodotti ma anche dei processi. Ed è quello che Casa delle Agriculture ha provato a fare in tanti anni, costruendo un processo lungo e complesso, perché sia durevole nel tempo, quindi sostenibile.
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