Buona sera e grazie anzitutto di essere qui.
A me tocca il compito di illustrare ciò che sta succedendo, ma non posso farlo, e spero me lo concediate, se non premettendo storie, volti, ricordi. Non è facile riavvolgere il nastro a dodici anni fa, quando partimmo, o meglio ripartimmo dalle ceneri delle varie manifestazioni culturali che da almeno 25 anni ci vedono impegnati come collettivo. Quando volevamo solo trovare un posto franco che accogliesse i nostri sogni, ma anche le nostre frustrazioni. Un luogo chiamato Casa, prima ancora che Casa delle Agriculture "Tullia e Gino" e poi Notte Verde!
Ormai tredici anni fa, volevamo dare una risposta ferma a ciò che iniziavamo a comprendere: un modello dominante basato sul consumo avido del tutto. In questo nostro Sud, ancora cullato, in apparenza, dalle parole di Bodini: i muretti a secco, la calce bianca, e con tutto quello che, ormai purtroppo, era diventata pura nostalgia, senza nemmeno accorgercene. Il turismo monocolturale, per l'appunto, ci stava travolgendo. E quel gruppo, quel collettivo voleva contrapporre ad un modello depauperante, consumistico di un territorio, una vera e propria ragione di vita. Egoisticamente forse, volevamo costruire un modello, un altro modello, nel quale rifugiarci, trovare riparo, uscire dalle logiche delle varie Notti Bianche che stavano diventando l'unica e sola narrazione di questo territorio.
Dodici anni fa, quando iniziammo a pensare ad una contrapposizione forte, questo territorio si vestiva a festa per l'appuntamento delle estati turistiche. Nel mentre, però, incombevano problemi ben più importanti, e che ancora oggi persistono: l'utilizzo massiccio in agricoltura di pesticidi e diserbanti, l'uso di concimi chimici, il ciclo di rifiuti mai chiuso in questa Regione, il peggioramento delle condizioni culturali e sociali che ci vede capitolare sempre più alle vicine e vecchie mafie, che in un modello estrattivo e di mercificazione trovano agio. E con il loro porco modo di agire arruolano sempre più giovani, divorando un futuro già incerto. Noi - dicevo - volevamo contrapporre un modello capace di accogliere, esattamente come l'agricoltura contadina per migliaia di anni ha fatto. Ma non volevamo parlare soltanto di agricoltura, abbiamo preferito declinare la parola "Agricoltura" nella parola "Agriculture", che ancora oggi molti sbagliano a trascrivere. Non è un errore, è una scelta lessicale voluta, studiata, partorita in una sera dalle nostre splendide donne, appunto, di Casa delle Agriculture.
Eravamo e siamo perennemente in uno stato di agitazione, con noi stessi prima. E poi con chi, nelle lacrime dei troppi lutti di vite strappate per le conseguenze di questo modello capitalistico, non oppone resistenza. Sì, Resistenza. Non ci imbarazziamo a pronunciare questa parola. Anche questa di oggi è una giornata di resistenza, di chiamata alla lotta. E di lotta anche contro chi dice che la Notte Verde si può fare accedendo ai bandi, come se i bandi e i progetti si scrivessero da soli, e non portassero sudore e sacrifici.
La Notte Verde deve essere un bene collettivo, un altro tipo di modello economico, un suggerimento costante, un mondo possibile oltre le sciagure di questo tempo trasformista. Vi chiedo, e spesso mi chiedo, perché tanta gente, da ogni parte di Italia oggi guarda a Castiglione, con la speranza laica di una rivoluzione possibile.
Una risposta abbiamo cercato di darla Notte Verde, dopo Notte Verde. Perché qui si può trovare un falegname che lavorando gratuitamente - e ripeto lavorando gratuitamente - rende accessibile le vie del paese e l'accesso anche agli immobili storici. Perché qui trovi un elettricista che, da dodici anni litigando con tutti, è riuscito e ha ottenuto che tutti si dotassero di batterie e lampade a basso consumo. E perché sul palco - ragionato, studiato - della Notte Verde non troverete mai le associazioni di categoria, o gente che strizza l'occhio alle multinazionali - che da tempo sono anche i nostri più profondi stimatori e sarebbero disposti a mettere sul nostro tavolo somme ingenti di denaro. Abbiamo detto NO, continueremo a farlo: per le lacrime versate ad ogni lutto e per chi verrà! Perché noi non siamo in vendita. La Notte Verde non è in vendita, Casa delle Agriculture non sarà mai in vendita, sino a quando noi tutti, e ribadisco noi tutti, ogni giorno, andando in campagna, saremo conseguenza pratica di quello che diciamo e predichiamo.
Ricordo, soprattutto a chi nel tempo si è distratto, che la Notte Verde prima di ogni altra cosa è: la prima petizione in Puglia contro i pesticidi in agricoltura (che ha raccolto seimila sottoscrizioni); che la Notte Verde è la Campagna "ZONA NON AVVELENATA" per profonda indignazione, anche contro i nostri padri, che usavano utilizzare la medicina nei campi; che la Notte Verde è un Mulino a pietra costruito con tutti voi donatori; che la Notte Verde sono anche i venti ettari di terreni sottratti all'abbandono; che la Notte Verde è un cartello all'ingresso del paese che recita "Castiglione è contro la Monsanto". Che la Notte Verde è la costruzione di un modello culturale, sociale nato in un paese di appena mille anime, al quale proviamo a restituire da sempre qualcosa. Ricordo qualcosa: l'aiuola al cimitero, la targa affissa sotto il campanile con le parole di Cesare Pavese, le saracinesche portate a nuovo e diventate un libro metallico.
La Notte Verde sono anche i volti di chi ha scelto, fin dalla prima edizione, di starci accanto, acquistando casa qui, a Castiglione e immaginando - cito le sue parole - "di portare gli alunni e i bambini del quartiere Tamburi di Taranto a respirare aria nuova, con i polmoni e la testa". La Notte Verde è anche Antonio Linciano e tutte le donne e gli uomini che ci hanno lasciato e per le quali, con profonda riconoscenza, diciamo "basta"!
La Notte Verde sono poi tutte le persone che, da Bologna, passando per Firenze, e poi da Verona, Lecce si stanno mobilitando e si stanno organizzando per dire: "Ci siamo, Castiglione. Ci siamo, Casa delle Agriculture!"
Per questo prima di passare la parola, non mi resta che chiedervi di continuare a lottare con noi, perché un altro mondo può esistere, e deve continuare ad esistere anche con la Notte Verde, con la sua voglia di pace e di pacificazione.
Grazie di cuore a chi ci sta riempiendo di abbracci e sorrisi, a chi sta donando i propri sacrifici, perché ogni euro - lo sappiamo benissimo - è sudore politico e sacrificio. Alla lotta!
Donato Nuzzo: presidente cooperativa Casa delle Agriculture, nonché direttore artistico della Notte Verde
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